Valorizzare il territorio: portare beneficio alla comunità promuovendo le sue risorse ambientali, per un turismo responsabile e sostenibile.

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La Gestione Associata del Turismo di Comunità Montana di Valle Trompia, guidata dall’Assessore Antonella Montini, è tra i protagonisti del magazine dell’agenzia di comunicazione Seventyseven. L’agenzia ha scelto di raccontare 7 realtà virtuose che, mettendo al centro le persone, hanno scelto di evolversi e portare valore al loro territorio e alla comunità.

Di seguito l’intervista fatta ad Arianna Bonardi, responsabile dell’Ufficio Turismo di Comunità Montana di Valle Trompia, e ad Alice Moretti, responsabile della Comunicazione di Visit Valle Trompia e di Sevat.

Come si trasforma un territorio a vocazione prevalentemente manifatturiera in un polo per il turismo sostenibile?

Lo abbiamo domandato ad Arianna Bonardi e Alice Moretti di visitvalletrompia.it.

Si discute spesso su come fare a conciliare turismo e rispetto del territorio, soddisfacendo quelle che sono le esigenze economiche di chi lavora in questo settore (indotto compreso) e preservando le risorse paesaggistiche, artistiche e culturali.

Il turismo è un’industria gigantesca, in grado di muovere milioni di persone ogni giorno; e come tutte le grandi industrie, oltre a portare ricchezza, genera anche un impatto significativo sull’ambiente. Per questo, oggi si parla molto di turismo sostenibile e sono già diverse nel nostro paese le località che hanno intrapreso con successo questa strada. Tra gli esempi virtuosi c’è la Val Trompia, un tempo conosciuta quasi solo per il distretto industriale, oggi destinazione sempre più apprezzata per chi ama un turismo ‘diverso’.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Arianna Bonardi – Responsabile dell’Ufficio Turismo della Comunità Montana di Valle Trompia – e di Alice Moretti – Responsabile della comunicazione del portale visitvalletrompia.it.

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Arianna: da dove siete partiti?

“Prima di noi non esisteva nessun ufficio turistico, quindi possiamo dire di essere partiti da zero. Un fatto che in realtà è positivo, in quanto abbiamo potuto lavorare alla nostra idea di turismo sul territorio esattamente come l’avevamo in mente, senza scendere a compromessi. L’idea è venuta grazie a un progetto precedente, un programma finanziato per la riqualificazione delle valli che prevedeva anche un filone per il turismo sostenibile. Una volta concluso, nel 2020, c’è stata la volontà di andare avanti e così siamo nati noi”.

Qual è stato il primo passo?

“Per prima cosa è stato fatto un rebranding completo: dovevamo cambiare la percezione della Val Trompia, conosciuta anche con il nome di ‘Via del ferro’ per le estrazioni minerarie e la lavorazione di questo metallo. Così abbiamo creato un brand in grado di racchiudere tutte le anime del territorio, per promuovere la storia, i musei, le tradizioni ma anche le bellezze naturalistiche, gli sport outdoor e la mobilità sostenibile”.

Cosa trova un turista che arriva in Val Trompia?

“Per quanto riguarda l’offerta culturale, abbiamo un sistema museale che conta ben 10 musei lungo tutta la valle, oltre alle chiese e ai santuari della Via del Sacro e dell’Arte e alle tante ville storiche. In quanto ad attività all’aria aperta, le alternative sono davvero tantissime. Per chi ama il trekking, la Val Trompia offre molti sentieri mappati di tutte le difficoltà, ma anche passeggiate e percorsi didattici adatti a tutti. Non mancano naturalmente vie ferrate e pareti di roccia per gli amanti del climbing e dell’adrenalina, mentre chi ha voglia di esplorare la valle in modo alternativo in mezzo alla natura può farlo anche a cavallo. Non dimentichiamo poi il comprensorio sciistico di Maniva, con i suoi 40 km di piste e i vari itinerari per le ciaspolate. E poi il cicloturismo con la Greenway, che unisce la Val Trompia e la Val Sabbia con 3500 km di percorsi di tutti i tipi, mountain, road e slow bike, grazie alla quale è inoltre possibile arrivare da noi da Brescia e anche da fuori senza prendere l’auto, utilizzando il treno e la metropolitana e poi risalendo la valle direttamente in bici”.

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Alice: come si conciliano le esigenze del settore turistico locale con la sostenibilità?

“Bisogna saper ascoltare e trasformare le necessità in iniziative attuabili e che vadano nella direzione giusta. Cerchiamo per esempio di organizzare eventi di portata sovralocale che possano attirare visitatori di qualità, come nel caso del Ground Music Festival, una rassegna di concerti in alta montagna da raggiungere a piedi, che si sposa al 100% con il tema della sostenibilità. Allo stesso modo promuoviamo eventi enogastronomici come cene e pranzi itineranti coinvolgendo gli agriturismi e le strutture della zona, così da creare un’economia circolare che vada a vantaggio di tutti”.

È questo il turismo su cui puntate?

Senza dubbio. Il turismo a cui siamo interessati non è quello di massa. Vogliamo attirare persone che condividono con noi la stessa passione per un certo modo di vivere l’ambiente. Vogliamo turisti attenti e rispettosi, curiosi di scoprire il territorio, di conoscere chi ci abita, di fare un’esperienza immersiva. Attirare questo tipo di turismo è più difficile: significa dover procedere più lentamente e fare delle scelte che nel breve possono anche penalizzarci a livello economico, ma l’obiettivo è crescere in modo sostenibile, un po’ alla volta e senza compromettere la nostra identità o minacciare il nostro patrimonio ambientale. In confronto ad altre località siamo una realtà più piccola e meno conosciuta, ma questo per noi è un punto di forza, perché chi viene qui lo fa in cerca di pace, di autenticità, di un posto sconosciuto. Il nostro obiettivo non è attirare tanta gente, ma quella giusta. E per questo, rimarremo sempre un po’ selvatici”.

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